Nell'Anima del Guerriero

Kocis, capitano della Legione straniera francese, dopo un conflitto a fuoco in Congo, si risveglia in un’Abbazia di frati cappuccini, sita al confine franco-spagnolo. Afflitto da un’amnesia acuta per un grave trauma alla testa, viene riabilitato da ex guerrieri diventati poi monaci. Tra questi Saltaàr, un monaco buddhista che lo seguirà nel suo lungo percorso meditativo, mistico e religioso.

Tra il 1997 e il 2001 Kocis affronterà una missione contro il traffico illecito di organi e un’organizzazione spietata di pedofili, nota con il nome di “The Water’s Game”. Le successive azioni operative verranno contrastate insieme a un gruppo militare segreto chiamato Victor 666, i quali opereranno tra la Francia e l’Italia, con risoluzione definitiva nella città di Legnano. Inoltre sono narrate: la sua storia d’amore con Eva, una dolce biondina che lo farà convivere con un amore platonico e la continua ricerca dei suoi tanto amati genitori.


Fabio Pagani
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1 commento:

  1. "Nell'anima del guerriero" l'ho scritto in 612 giorni. Dapprima era una bozza di ben 503 pagine e poi, grazie a Dio, mi sono accorto che avrei potuto suddividerlo in due manoscritti, altrimenti il lettore lo avrebbe portato con sè nella tomba. Il motivo per cui ho scritto questo romanzo è tuttora un mistero, ovvero, dopo notti insonni e un lungo periodo di solitudine, ho acceso il pc e le dita hanno iniziato a danzare sulla tastiera. La mia mente si è isolata dal mondo e si è fatta accarezzare sia dalle onde del mare e sia dalla musica di pianoforte. Ogni giorno avevo il mio appuntamento fisso con colui che mi stava dettando ogni mia singola frase. Chi era quel tizio? Cosa avrebbe mai voluto da me? Ora che sto scrivendo da solo ne approfitto per chiederglielo. Chi sei? Cosa vuoi da me? Caspita! Non vuole rispondere, mi sa che è un pochino timido. Tuttavia io e "lui" ci siamo fatti compagnia per ben 612 giorni e altrettante notti. Devo ammettere che ho risparmiato sulle Guinness, ma non tanto sulle mie Lucky Strike. Eh già! Ero solo a bere, ma le emozioni della stesura mi facevano provare le stesse sensazioni di una partita di poker. In poche parole me la suonavo e me la cantavo: "Bello questo capitolo! Quasi-quasi me lo rileggo!" Caspita! Mi rileggevo tutto ciò che avevo appena scritto, ma non per vedere se la forma fosse corretta, bensì per piangere o per ridere! Vi giuro che non ho mai cancellato nulla, come se fossi arrivato sempre a un punto senza ritorno. Se pigiavo i tasti, voleva dire che quelle parole erano giuste e se non li pigiavo voleva dire che mi ero dimenticato di collegarmi alla corrente. Intanto che ci sono, vado proprio a vedere dove si trova il tasto "cancella", perchè non ho idea dove sia dislocato. Ah eccolo! In alto a destra, seconda fila partendo dall'alto. E' pieno di polvere! Tuttavia mi sono perso molti sabato sera, un centinaio di partite di calcio, alcuni inviti a battesimi, cresime, matrimoni, separazioni e divorzi. Vabbè! Ho scritto una buona giustificazione, non vi pare? Ops! Stavo dimenticando di citare il mio cane Sem, è grazie a lui che ogni tanto uscivo di casa, altrimenti mi avrebbero ritrovato impolverato e dimagrito di qualche decina di chili...Vi giuro che se il mio cane avesse la parola, reciterebbe il mio romanzo meglio di Benigni con la sua amata "Divina Commedia". Poraccio, non Roberto s'intende, ma Sem! Sempre con me, onnipresente, vescica compresa..Stop! Spero di aver risposto a tutti quelli che mi hanno posto la domanda: "Come ti è venuta in mente questa follia?" oppure: "Caro autore, mi potrebbe confidare la sua decisione in merito a questo romanzo? e infine: "Ciao ciccio, fammi capire perchè lo hai scritto!" Ciononostante io gli proporrei qualcosa di più concreto, ossia: "Che ne dite se finisco anche l'altro romanzo, così ve lo spiego meglio?"
    Fabio Pagani.

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